Posso
fotografare un soggetto per “fissare” la sua forma, i suoi colori in dato
luogo ed istante, ma posso anche provare a rappresentarne, con l’immagine
da me intepretata ed elaborata, le sensazioni che ha generato in me questo
soggetto, questo luogo, questo istante…
Fotografo
un “soggetto immateriale”, lo racconto attraverso giochi di luci e di
ombre, sue porzioni e suoi dettagli, lo rappresento in immagini ove si
possono trovare luoghi che forse non esistono, che non sarà mai possibile
vedere davvero. Luoghi immateriali, o non-luoghi, ove fotografo il “qui” ed
il “questo” ma per significarne un suo “oltre”, talvolta un “altrove”, la
sua immaterialità e forse anche la sua eternità.
Come
il profumo dei limoni nella luce di un giardino mediterraneo…
Altre
volte l’immaterialità nasce dall’ombra del luogo stesso proiettata
sull’ambiente in cui è inserito, e’ l’ombra di un altro elemento, uno
schermo, che si staglia sopra il luogo, celandone sue porzioni, definendo
una linea di “confine”. Separando la parte in luce, nota, che ci rimanda
alla realtà specifica e al definito, da una buia, celata, immateriale, che
prescinde dal luogo specifico. Ed è questa la porzione dell’immagine che
l’osservatore può interpretare. Calandosi in un luogo suo, un luogo di
emozioni e sensazioni, dove quello che ora conta è immateriale.