Ingegnere, educato sin dalla prima giovinezza allo
sguardo del fotografo, ha imparato ad usare
l’obiettivo come testimonianza incontestabile del veduto, nella
consapevolezza che è finalità dell’artista non l’idealizzazione, bensì la
percezione dell’inusitato, dell’invisibile nel visibile, siccome le
asserzioni del pittore Paul Klee. Pertanto è tra
apparenza e sostanziale essenza del vero che R. fotografa da anni,
perseguendo il vero nella realtà ed evitando i luoghi comuni, come del
resto testimoniano l’ormai quasi ventennale
partecipazione a mostre e le pubblicazioni documentarie che indicano
l’estrema differenziazione, formale e sostanziale, compiutamente assunta,
dell’uso dei procedimenti operativi che iniziano con il saper guardare,
prima ancora che con lo scatto e l’oltre. Per quanto concerne le preferenze
interpretative e gli ambienti, egli riconsidera i particolari de Le Cinque
Terre, naturali e fabrili, colti, ovviamente, per
l’inconsueto apparire nelle realtà comuni. Di conseguenza è evidente la sua
personalissima visione che “rivela la sperimentazione come presupposto
ideale del processo creativo” (T. van Doesburg), e che
riguarda, insieme, suggerimenti di composizioni pittoriche contemporanee. (dal “Dizionario degli Artisti Liguri, ed 2012, a cura di Giacinto Beringheri,
ed. De Ferrari)
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