Text Box: GIANALBERTO RIGHETTI ARTISTA FOTOGRAFO
NOTIZIE – PRIMA (set 2010)
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Nell’ambiente mediterraneo di mare, luce e natura selvaggia delle straordinarie Cinque Terre, le ombre e gli elementi nascosti del paesaggio e dell’opera dell’uomo sono componenti determinanti per capire l’essenza di questi luoghi e acquisirne il significato più profondo. Per cogliere la loro universalità. Gianalberto Righetti ha fotografato le Cinque Terre alla ricerca della loro “immaterialità”, creando, attraverso l’interpretazione soggettiva, immagini  che si fissano più facilmente nell’anima che sul supporto fotografico. Nelle dieci opere di grande formato qui presentate, le Cinque Terre vengono raccontate attraverso i dettagli, i giochi di luci e di ombre, le prospettive distorte dal punto di osservazione dell’autore. Sono “visioni” che modificano la percezione comune di questi luoghi. Si captano le sensazioni, le tensioni, le emozioni, che emanano da sempre queste terre della Liguria, permeate da tradizioni antiche e dal sapore del mare. Si possono osservare molte Terre, che forse il visitatore non riuscirà mai a ritrovare, ma che l’autore “costruisce” con immagini, attraverso il filtro della sua sensibilità. “Da sempre le sensazioni trasmesse da un luogo immateriale hanno influenzato il pensare dei viaggiatori che se ne portano via i ricordi. Oltre ogni aspettativa, ogni uomo agisce lasciandosi influenzare da ciò che  ricorda di aver visto. Il momento creativo è la propria interpretazione di chi ci ha preceduto. L’ispirazione avviene in un attimo, mentre l’ideazione e la realizzazione richiedono tempi più lunghi costruiti intorno a tale attimo. La fotografia diventa strumento materiale di una esperienza immateriale, ancor più quando la protagonista è l’ombra. Un attimo fuggente che mai si replicherà ma che potrà essere raccontato o descritto, che potrà ispirare sensazioni, comportamenti ed azioni creative” (G.Ciullo, ADI Puglia).

 

Gianalberto Righetti espone le sue opere in varie gallerie d’arte contemporanea, e da qualche anno si dedica anche alla produzione di libri fotografici. La professione di ingegnere, con le sue logiche di razionalizzazione degli oggetti nello spazio e nella realtà “come essa è”, hanno fortemente influito la creatività dell’artista e si ritrovano chiaramente nelle composizioni, nelle linee e nei colori delle opere di Righetti. L’assoluta perfezione dei numeri, l’esattezza della formula, la certezza del risultato hanno portato l’artista dapprima a scoprire i meccanismi ed i segreti della tecnica fotografica, poi a cercare nelle immagini, e soprattutto nelle ombre, un’area non nitida, nella quale rispecchiare l’immaterialità dei soggetti: un anelito, un’idea, una sensazione. Il risultato è un’opera in cui la logica e l’emozione sono entrambe presenti: la logica è l’area di luce, dove tutto è come sembra; l’emozione è l’area d’ombra, dove l’immaginario ha libero sfogo. Righetti fotografa in digitale esponendo per le luci, ottenendo immagini sottoesposte e con colori saturi, grazie anche al frequente uso del filtro polarizzatore. L'immagine viene poi rielaborata in modo da ottenere neri profondi nelle zone d'ombra e colori saturi nelle zone di luce, così da restituire il più fedelmente possibile l'impressione visiva che il soggetto aveva generato nell'autore allo scatto. I quadri di Diecidicinque sono stampe inkjet su alluminio; altri quadri sono C-Print su carta fotografica. Le immagini ante-2001 sono state ottenute da scansione digitale di diapositive Kodak Ektachrome.