Casella di testo: NOTIZIECasella di testo: LIBRI

Casella di testo: MOSTRE

Casella di testo: STAMPACasella di testo: BIOGRAFIACasella di testo: LUOGHICasella di testo: COUNSELINGCasella di testo: HOMECasella di testo: GIANALBERTO RIGHETTI COUNSELOR

 

 

Casella di testo:
Casella di testo: LA VISIONE DELLA GESTALT

I principi della Gestalt, studiati a partire dagli anni ’20 in Germania (Werthmeier, Koffa, applicati da artisti come Esher), cercavano inizialmente di descrivere come l’osservatore percepisce e processa le informazioni visive. Questi principi sono stati la base, a partire dagli anni ‘60, della Psicologia Gestaltica (Perls, 1962, Pierce, 1964 ), largamente applicata in psicoterapia, e nelle relazioni di aiuto e potenziamento proprie del counseling, in vari  ambiti, in particolare in quello espressivo-creativo. 
Così, come nella percezione delle immagini, anche nella vita, il “senso” ed il “benessere” si possono ottenere ri-trovando in noi nitidezza della nostra forma, ciò che chiamiamo consapevolezza, cioè la capacità di “sentire” i legami e le relazioni tra i dualismi della realtà in cui ci rispecchiamo, disvelando a noi stessi le nostre polarità inconscie.
Fritz Perls, nella sua ultima opera, dopo aver specificato che non esiste la traduzione in inglese (né in italiano) di questa parola, scrive che la Gestalt è una struttura, una configurazione, la particolare forma organizzativa delle parti individuali che la compongono. La natura umana è organizzata in strutture o totalità, è sperimentata dall’individuo in questi termini, e può essere compresa solo come una funzione delle strutture o delle totalità da cui è costituita (Perls, 1973).
Io, in base alla mia esperienza, ho una idea specifica della Gestalt che deriva dalla mia re-interpretazione nel presente della mia esperienza autobiografica. Penso alla Gestalt e penso alla forma-immagine che continuamente si ri-assembla davanti a me per ogni mio agire fisico e psichico, in ogni successivo istante, in una circolarità di corpo, mente e emozione (Tesi, La mia vita creativa). Mi si presenta come immagine, ove i singoli elementi si fondono in un tutto armonico, una forma circolare che ritrovo soprattutto nella Natura. Nel mio vivere ecologico, il bergsoniano slancio vitale mi spinge a fare sempre nuovi cerchi che si schiudono e si evolvono, in un continuo flusso di cambiamento fatto di azione e aneliti di libertà. Così, quando fotografo, tendo a fotografare il cerchio che vedo dentro la mia anima, in quell’istante e in quel luogo. Penso di avere sempre avuto, seppur inconsciamente, una Visione del Mondo Gestaltica.
Casella di testo: La Gestalt ha a che fare con l’idea del

CERCHIO, CIRCOLO, CICLO

In ogni processo relazionale e di mutua connessione – transazione si parla di
Ciclo di Contatto
Ciclo dell’Esperienza
Cerchio chiuso o aperto
Interruzione del Ciclo
Chiusura del cerchio
Nel Cerchio del nostro presente il nostro Sé è  in relazione omeostatica con l’esterno 
(la realtà che percepiamo intorno a noi), separata da essa ad un Confine di Contatto.
Con la nostra Arte possiamo focalizzare il personale elemento per noi significativo chiudendo ideali cerchi attorno ad elementi dell’immagine. 
(Mostra FARE CERCHI)